Dalla “cena di Emmaus” a diventare “com-pagni”
Caravaggio – La cena di Emmaus (1601)
Certo, per il credente “fare la comunione” è di più che alimentarsi. Ma non è nulla di meno. E forse non esiste modalità di alimentazione che non nasconda un “di più”. Così la comprensione dei fattori che connotano l’esperienza di alimentarsi riguarda da vicino il rapporto tra la teologia e le scienze umane (…).
Abbiamo bisogno di imparare a mangiare. Non a nutrirci: quello non serve! Ma a mangiare, a diventare “com-pagni”, ossia a coltivare relazioni importanti che nutrono assieme al pane.
E abbiamo bisogno di dispiegare le stesse logiche nelle celebrazioni eucaristiche (…).
Perché è difficile un rito del cibo spirituale felice nel persistere di riti dell’alimentazione continuamente tristi.
Manuel Belli, L’epoca dei riti tristi
Il tema “LO RICONOBBERO NELLO SPEZZARE DEL PANE – Quando e come il cibo diventa buono” é stato al centro dell’incontro di martedì 18 con don Emilio e il dott. Luigi Pala (psicologo).
Johannes Vermeer – Lattaia (1657)