PREGHIERA SILENZIOSA ED EUCARISTIA
La preghiera nasce dunque dal mistero stesso dell’uomo. Ciascuno è invitato a riscoprire nel silenzio e nell’adorazione la sua chiamata a essere persona davanti a un Tu personale che lo interpella con la sua Parola. Ma il cristiano vive l’esperienza della sua preghiera, anche la più silenziosa e segreta – che egli fa “entrando nella propria camera e chiusa la porta” (Mt 6,6)- come membro di una Chiesa che ha nella Eucaristia la fonte e il culmine della sua adorazione e della sua lode.
In quale rapporto sta la preghiera silenziosa con l’Eucaristia?
Lasciarsi coinvolgere da Cristo
1. Eucaristia e Chiesa. L’Eucaristia, con tutta l’economia sacramentale che essa riassume, è il “segno” voluto da Cristo stesso e da Lui continuamente gestito, addirittura con una presenza personale e reale, per mediare tra quel “segno” definitivo e inesauribile dell’amore di Dio, che è la pasqua, e il segno che è la Chiesa. Questa infatti è la comunità di coloro che “fanno memoria” di Cristo e del suo mistero pasquale, e che in forza di Cristo stesso che si rende presente tra loro mediante l’Eucaristia, si amano come Egli li ama e, testimoniando l’amore verso tutti, cercano di inserire tutti in questa comunione d’amore che viene da Dio.[…] Non c’è vera e piena Eucaristia senza la partecipazione personale del credente. […] Il comando “Fate questo in memoria di me” non dice solo la ripetizione di un rito, ma anche la partecipazione a ciò che il rito significa, vale a dire l’offerta che Cristo fa di sé al Padre per la salvezza degli uomini.
Donare “corpo e sangue” in ginocchio
2. Eucaristia e atteggiamento di preghiera silenziosa. […] Nell’Eucaristia si rende presente e operante nella Chiesa il Cristo del mistero pasquale. E’ il Figlio in ascolto e obbediente alla parola del Padre. E’ il Figlio che nell’atto di spendere la propria vita per amore, trova nella drammatica e dolcissima preghiera rivolta al suo “Abba” (Mc 14,36; Lc 23,46) il coraggio, la misura, la norma del proprio comportamento verso gli uomini.
Pertanto la celebrazione eucaristica realizza se stessa quando fa in modo che i credenti donino “corpo e sangue” come Cristo per i fratelli, ma mettendosi in ginocchio, in attenzione di ascolto e di accoglienza, riconoscendo che tutto questo è dono del Padre, non confidando nelle proprie forze, non progettando il servizio degli altri secondo i propri modi di vedere. …]
Per questo, preghiera silenziosa, ascolto della Parola, meditazione biblica, riflessione personale, non sono disgiunti dall’Eucaristia, ma sono vitalmente collegati a essa.
Obbedienza e attesa
3. Fede, speranza es Eucaristia. Il collegamento tra preghiera ed Eucaristia appare più chiaro se consideriamo il rapporto tra Eucaristia e virtù teologali.
L’Eucaristia è la forma esemplare che plasma la vita della Chiesa e dei singoli credenti sul modello della Pasqua. In questa luce il frutto fondamentale dell’Eucaristia è la carità, come la capacità di dare la vita come l’ha data Gesù. Ma il riferimento a Gesù colloca la carità entro le coordinate della fede e della speranza: Gesù dona la vita in nome e in forza di uno speciale rapporto “contemplativo” con il Padre. Questo rapporto di abbandono fiducioso, di ascolto, di obbedienza può essere descritto, nella sua estensione a ogni credente in Cristo, come rapporto di fede e di speranza. La fede esprime la sicurezza dell’Alleanza, l’affidamento del credente alla fedeltà amorosa del Padre che ha risuscitato dai morti Gesù Cristo. La speranza si estende oltre le insicurezze, i rischi, le contraddizioni di una libertà umana che è sempre tentata di infedeltà. Facendo continua memoria delle promesse di Dio e riconducendo i propri progetti al progetto del Padre, il cristiano si apre al futuro del Regno di Dio, può progettare, può sperare e attendere il compimento definitivo dei suoi desideri.
Ora è proprio attorno ai valori della fede e della speranza cristiana che si costruisce l’immagine cristiana della preghiera:
- sia nella sua motivazione profonda: la preghiera cristiana è inserzione del credente nel rapporto di comunione filiale che Cristo ha con il Padre, allo scopo di esprimere nella carità il volto del Padre, riflesso nel volto di Cristo;
- sia nelle sue espressioni fondamentali: in connessione con la fede, la preghiera è lode, adorazione, ringraziamento, riconoscimento del Padre, affidamento a Lui; in connessione con la speranza, la preghiera è intercessione, domanda, implorazione che accoglie in sé i desideri dell’uomo, ma integrati e purificati nel desiderio fondamentale di fare, nella fede, la volontà del Padre.
Non è dunque possibile cogliere il frutto specifico dell’Eucaristia, che è la carità, senza camminare nella via della fede e della speranza. Ma questo suppone un esercizio costante di silenzioso ascolto della Parola di Dio e di abbandono fiducioso al Suo piano di salvezza.